Gli Stati membri trasmettono alla Commissione informazioni utili per l’istituzione di zone di pesca protette e per le eventuali misure di gestione da applicarvi, sia all’interno che all’esterno delle acque che rientrano nella loro giurisdizione, qualora la protezione delle zone di crescita, delle zone di riproduzione o dell’ecosistema marino dagli effetti dannosi della pesca richieda misure speciali.
Il Consiglio designa le zone di pesca protette situate essenzialmente al di fuori delle acque territoriali degli Stati membri, indicando i tipi di attività di pesca vietati o autorizzati in tali zone.
Gli Stati membri designano e/o modificano le delimitazioni di zone di pesca protette all’interno delle proprie acque territoriali in cui le attività di pesca possono essere vietate o soggette a limitazioni al fine di conservare e gestire le risorse acquatiche vive o di mantenere e migliorare lo stato di conservazione degli ecosistemi marini. Le autorità competenti degli Stati membri interessati decidono in merito agli attrezzi da pesca autorizzati nelle suddette zone protette e fissano norme tecniche adeguate e almeno altrettanto vincolanti di quelle previste dalla normativa comunitaria vigente.
TIPI DI HABITAT NATURALI DI INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI AREE SPECIALI DI CONSERVAZIONE – ACQUE
1. Habitat costieri e vegetazione alofitiche
11 – Acque marine e ambienti a marea.
1110 Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina;
1120 * Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae);
1130 Estuari;
1140 Distese fangose o sabbiose emergenti durante la bassa marea;
1150 * Lagune costiere;
1160 Grandi cale e baie poco profonde;
1170 Scogliere;
1180 Strutture soot-marine causate da emissioni di gas.
12 – Scogliere marine e spiagge ghiaiose.
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine;
1220 Vegetazione perenne dei banchi ghiaiosi;
1230 Scogliere con vegetazione delle coste atlantiche e baltiche;
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici;
1250 Scogliere con vegetazione endemica delle coste macaronesiche.
13 – Paludi e pascoli inondati atlantici e continentali.
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose;
1320 Prati di Spartina (Spatinion maritimae);
1330 Pascoli inondati atlantici (Glauco-Pulcinellietalia maritimae);
1340 * Pascoli inondati continentali.
14 – Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici.
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi);
1420 Praterie e fruticeti alofitli mediterranei e termoatlantici (Sarcocornetea fruticosi);
1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea).
15 – Steppe interne alofile e gipsofile.
1510 * Steppe salate mediterranee (Limonietalia);
1520 * Vegetazione gipsofila iberica (Gypsophiletalia);
1530 * Steppe alofile e paludi pannoniche.
16 – Arcipelaghi, coste e superfici emerse del Baltico boreale.
1610 Isole esker del Baltico con vegetazione di spiagge sabbiose, rocciose e ghiaiose e vegetazione
sublitorale;
1620 Isolotti e isole del Baltico boreale;
1630 * Praterie costiere del Baltico boreale;
1640 Spiagge sabbiose con vegetazione perenne del Baltico boreale;
1650 Insenature strette del Baltico boreale.
2. Dune marittime e interne
21 – Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico.
2110 Dune mobili embrionali;
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria «dune bianche»;
2130 * Dune costiere fisse a vegetazione erbacea «dune grigie»;
2140 * Dune fisse decalcificate con presenza di Empetrum nigrum;
2150 * Dune fisse decalcificate atlantiche (Calluno-Ulicetea);
2160 Dune con presenza di Hippophaë rhamnoides;
2170 Dune con presenza di Salix repens ssp. argentea (Salicion arenariae);
2180 Dune boscose delle regioni atlantica, continentale e boreale;
112190 Depressioni umide interdunari;
21A0 Machair (* in Irlanda).
22 – Dune marittime delle coste mediterranee.
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae;
2220 Dune con presenza di Euphorbia terracina;
2230 Dune con prati dei Malcolmietalia;
2240 Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua;
2250 * Dune costiere con Juniperus spp.;
2260 Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia;
2270 * Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster.
23 – Dune dell’entroterra, antiche e decalcificate.
2310 Lande psammofile secche a Calluna e Genista;
2320 Lande psammofile secche a Calluna e Empetrum nigrum;
2330 Dune dell’entroterra con prati aperti a Corynephorus e Agrostis;
2340 * Dune pannoniche dell’entroterra.
3. Habitat d’acqua dolce
31 – Acque stagnanti.
3110 Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale delle pianure sabbiose (Littorelletalia unïflorae);
3120 Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo
occidentale con Isoctes spp.;
3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-
Nanojuncetea;
3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.
3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition;
3160 Laghi e stagni distrofici naturali;
3170 * Stagni temporanei mediterranei;
3180 * Turloughs.
32 – Acque correnti – tratti di corsi d’acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori)
in cui la qualità dell’acqua non presenta alterazioni significative.
3210 Fiumi naturali della Fennoscandia;
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea;
3230 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica;
3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos;
3250 Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum;
3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion;
3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.;
3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus
alba;
3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion.
7. Torbiere alte, torbiere basse e paludi basse
71 – Torbiere acide di sfagni.
7110 * Torbiere alte attive;
7120 Torbiere alte degradate ancora suscettibili di rigenerazione naturale;
7130 Torbiere di copertura (* per le torbiere attive soltanto);
7140 Torbiere di transizione e instabili;
7150 Depressioni su substrati torbosi del Rhynchosporion;
7160 Sorgenti ricche di minerali e sorgenti di paludi basse fennoscandiche.
72 – Paludi basse calcaree.
7210 * Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae
7220 * Sorgenti petrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion);
7230 Torbiere basse alcaline;
7240 * Formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae.
73 – Torbiere boreali.
7310 * Torbiere di Aapa;
7320 * Torbiere di Palsa.
MISURE DI CONSERVAZIONE
Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano adottano per i siti di importanza comunitaria, le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie. Inoltre devono evitare la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate che potrebbe avere conseguenze significative sugli obiettivi.
Qualora le zone speciali di conservazione ricadono all’interno delle aree naturali protette, si applicano le misure di conservazione per queste previste dalla legge.
VALUTAZIONE DI INCIDENZA
Una delle principali innovazioni della “direttiva habitat” è stata quella di introdurre l’obbligatorietà della Valutazione di incidenza. In pratica nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei siti di importanza comunitaria.
I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistici venatori, presentano una relazione documentata per individuare e valutare i principali effetti che il piano può avere sul sito di importanza comunitaria, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Se tali progetti si riferiscono ad interventi ai quali non si applica la procedura di valutazione di impatto ambientale, i proponenti presentano all’autorità competente allo svolgimento di tale procedura una relazione documentata per individuare e valutare i principali effetti che il progetto può avere sul sito di importanza comunitaria, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
In caso di VIA l’autorità fornisce una risposta entro 90 giorni dalla sua presentazione.
Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano o progetto debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, le amministrazioni competenti adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete “Natura 2000”.
MONITORAGGIO
Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano adottano le idonee misure per garantire il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie e degli habitat naturali di interesse comunitario, con particolare attenzione a quelli prioritari, dandone comunicazione a Ministero dell’ambiente. Gli enti locali monitorano e attuano misure di conservazione necessarie per assicurare che le catture o uccisioni accidentali non abbiano un significativo impatto negativo sulle specie in questione e trasmettono i dati al Ministero dell’ambiente.