PERIODI E ZONE DI PESCA

 

ZONE
https://ec.europa.eu/fisheries/sites/fisheries/files/docs/body/fishing_areas_en.pdf

https://mare.istc.cnr.it/fisheriesv2/fishing-areas_it

https://ec.europa.eu/fisheries/sites/fisheries/files/docs/body/baltic_fishing_zones.pdf

 

DIVIETI

Per la pesca professionale non esistono particolari divieti se non quelli varati dall’Unione Europea su specifiche zone e varietà di pesci al fine di preservare l’habitat marino.
Ad esempio secondo il Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 1343/2011 “La pesca della Lampuga (coryphaena hippurus) condotta con l’uso di dispositivi di concentrazione del pesce («FAD») è vietata dal 1° gennaio al 14 agosto di ogni anno”
Per la pesca sportiva invece i divieti sono specifici per ogni Regione e riguardano soltanto le acque interne. Al momento non esiste una legge quadro precisa, ma numerose sono le proposte.
All’interno della stessa Regione ci possono essere dei limiti diversi da un fiume all’altro o da un lago all’altro oppure possono essere limitate le modalità di pesca come il numero di ami. Altri divieti possono riguardare gli orari in cui è consentito effettuare attività di pesca, il numero di pesci o il peso del pescato.

 

I LIMITI DI PESCA: I TOTALI AMMISSIBILI DI CATTURA (TAC)

I totali ammissibili di catture (TAC), o possibilità di pesca,sono limiti di cattura (espressi in tonnellate o numeri) che vengono fissati per la maggior parte degli stock ittici commerciali.

Per il 2020, le possibilità di pesca nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero per alcuni stock e gruppi di stock ittici è contenuta nei Regolamenti n. 2236 del 2019, n. 1838 del 2019 (modificato dal Reg. n. 455 del 2020) e n. 123 del 2020 (modificato dal Reg. n. 900 del 2020). Essi si applicano sia alla pesca ricreativa sia ai pescherecci dell’Unione che sfruttano dei particolari stock ittici. Di seguito alcuni esempi.

ANGUILLA
L’Anguilla nel Mar Mediterraneo è sottoposta a limiti di pesca temporali per non più di 3 mesi consecutivi che variano da paese a paese: il divieto in Italia va dal 1° Gennaio al 31 Marzo di ogni anno. Ciò vale per tutti i pescherecci dell’UE per la pesca mirata, accidentale e ricreativa in tutte le acque.

DEMERSALI
I demersali cioè i pesci che vivono prettamente sui fondali marini nel Mar Mediterraneo occidentale hanno un limite di sforzo (calcolato moltiplicando il tonnellaggio per i giorni medi di pesca) che varia da paese a paese. Ad esempio in Italia è consentita la pesca pari ad un sforzo massimo di 7.703 di giorni di pesca per il gambero rosso nel Mar Ligure, Mar Tirreno e nel Mare di Sardegna e rispetto alla lunghezza nella nave. Nella tabella seguente la divisione precisa per le zone che riguardano l’Italia.

Nel Mare Adriatico c’è addirittura una limitazione relativa alla tecnica utilizzata: è consentita la pesca per 108.349 giorni di pesca per la pesca a strascico a tavoloni (nasello, gambero rosa, triglia di fango, scampi) e 8.663 giorni di pesca a traino con tecnica dello sfogliare (sogliola) solo nell’Adriatico settentrionale.

 

PICCOLI PELAGICI

Le catture di Sardina (Sardina pilchardus) e di Acciuga (Engraulis encrasicolus) nel Mare Adriatico hanno un limite di quantità e di tempo. Per Italia e Slovenia il limite massimo di catture si deve attestare massimo sulle 101.711 tonnellate, mentre i pescherecci dell’Unione non possono superare i 180 giorni di pesca complessivi all’anno. In particolare, un massimo di 144 giorni è assegnato alla pesca della sardina e un massimo di 144 giorni alla pesca dell’acciuga.

SPRATTO

Lo Spratto (Sprattus sprattus) è pescato nel Mar Nero e ha un limite massimo di pesca pari a 11.475 tonnellate per UE divise per Stati Membri

ROMBO CHIODATO

Il Rombo Chiodato (Psetta maxima) è pescato nel Mar Nero e ha un limite massimo di pesca pari a 150 tonnellate per UE divise per Stati Membri. La sua pesca è vietata ai pescherecci dell’Unione dal 15 Aprile al 15 Giugno.

MERLUZZO BIANCO

Il Merluzzo Bianco (Gadus morhua) ha delle limitazioni nel Mar Baltico: non possono essere conservati più di cinque esemplari di merluzzo bianco per pescatore al giorno nelle zone CIEM 22 e 23 e oltre 6 miglia nella zona 24. Nelle stesse zone, inoltre, nel periodo tra il 1° febbraio e il 31 marzo 2020 non possono essere conservati più di due esemplari di merluzzo bianco per pescatore al giorno. Per questa specie vigono anche chiusure stagionali per proteggerla in fase riproduttiva (Reg. n. 123 del 2020).

TROTA DI MARE E SALMONE

Nel Mar Baltico ai pescherecci è vietata la pesca della trota di mare oltre le quattro miglia nautiche nelle sottodivisioni CIEM 22-32 dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020.

PESCE SPADA

Il Pesce Spada (Xiphias gladius) pescato nel Mar Mediterraneo ha un limite TAC. Il contingente italiano è 3.409,98 tonnellate e può essere pescato soltanto dal 1° aprile al 31 dicembre.

TONNO ROSSO

Il Tonno rosso (Thunnus thynnus) è uno dei pesci soggetti a più limitazioni. Esso è pescato nell’Oceano Atlantico, ad est di 45° O, e nel Mar Mediterraneo. Il totale ammissibile per l’Italia è pari a 4.756,49. Eccezione fa la cattura di tonno rosso di taglia compresa tra 8 kg/75 cm e 30 kg/115 cm per cui si applica il limite di cattura pari a 95,13.

Allo stesso tempo c’è un numero massimo di pescherecci dell’Unione per la pesca costiera artigianale autorizzati a praticare la pesca attiva del tonno rosso di taglia compresa tra 8 kg/75 cm e 30 kg/115 cm nel Mediterraneo. Per l’Italia il numero massimo è 30.

Nell’Adriatico, invece, è consentita la pesca attiva del tonno rosso di taglia compresa tra 8 kg/75 cm e 30 kg/115 cm a fini di allevamento, ma anche qui c’è un limite massimo di pescherecci per Stato Membro. All’Italia è consentito l’uso massimo di 12 pescherecci.

Nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo c’è un numero massimo di tonnare impegnate nella pesca del tonno rosso autorizzate da ciascuno stato membro. L’Italia ne ha 6.

Esiste, poi, per la stessa zona anche un numero massimo dei pescherecci che possono essere autorizzati a pescare, detenere a bordo, trasbordare, trasportare o sbarcare tonno rosso. Ad esempio per l’Italia il numero di Pescherecci con reti da circuizione è 21, mentre per i Pescherecci con palangari è 40.
Sempre nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo per quanto riguarda l’allevamento e l’ingrasso del tonno rosso, oltre che il quantitativo massimo di catture di tonno rosso selvatico che ciascuno Stato membro può assegnare ai propri allevamenti. In Italia il numero massimo di allevamenti consentiti è 13 per una Capacità di 12.600 tonnellate.

TONNO ALBACORA E TONNO TROPICALE
Le catture di Tonno Albacora e di Tonno Tropicale nell’Oceano Indiano da parte di pescherecci dell’unione che praticano la pesca con reti da circuizione non possono superare alcuni limiti imposti dalla Commissione sul Tonno dell’Oceano Indiano (IOTC). L’Italia ha un massimale di cattura pari a 2.515 per il Tonno Albacora, mentre per il Tonno Tropicale l’Italia ha 1 solo peschereccio autorizzato per una stazza lorda di 2.137 tonnellate.

OBBLIGO DI SBARCO

Tutte le catture di specie soggette a limiti di cattura e, nel Mediterraneo, anche le catture di specie soggette a taglie minime effettuate nel corso di attività di pesca sono portate e mantenute a bordo dei pescherecci, registrate, sbarcate e imputate ai contingenti, salvo qualora vengano utilizzate come esche vive.

L’obbligo di sbarco non si applica alle:
a) specie la cui pesca è vietata
b) specie per le quali prove scientifiche dimostrano alti tassi di sopravvivenza;
c) catture rientranti nelle esenzioni de minimis.

Per le specie non soggette all’obbligo di sbarco, le catture di specie la cui taglia è inferiore alla taglia minima di riferimento per la conservazione non sono conservate a bordo, ma sono rigettate immediatamente in mare.